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20 novembre - Giornata internazionale della Memoria transgender

 

Con la Delibera della Giunta Comunale 79 del 21 aprile 2020, il Comune di Settimo Torinese ha dato avvio al suo Progetto per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
 
Il progetto promosso dal Comune di Settimo e da tanti altri Comuni  sul territorio nazionale potrebbe apparire, ad una lettura superficiale,  elemento scontato,  ma non lo è se si considera il tema a livello globale. 
 
Risale soltanto al 17 maggio 1990 l'atto dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che rimuoveva l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali contenuta nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD 10:nternational Classification of Diseases), atto che contribuì a scrivere una pagina fondamentale nella storia dei Diritti Umani.
 
Da allora  le battaglie per i diritti delle persone omosessuali hanno portato a numerose conquiste in tanti Paesi, ma  a livello mondiale, la situazione è ancora complessivamente preoccupante. 
 
SETTIMO TORINESE
Il Comune di Settimo Torinese aderisce al T-DOR (Transgender day of Remembrance) 
 
 
Recita la delibera:
"Premesso che il 20 novembre 2020 ricorre il T-DOR (Transgender day of Remembrance)  la giornata in ricordo delle persone transessuali e transgender vittime di violenza; 
Rilevato che:
  • tale giornata venne introdotta da Gwendolyn Ann Smith in ricordo di una donna transessuale americana di nome Rita Hester, il cui assassinio diede avvio, nel 1998, al progetto web “Remembering Our Dead” e, nel 1999, a una veglia a lume di candela a San Francisco; da allora l’evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo, il transgender Day of Remembrance (T-DOR), oltre a ricordare le persone transessuali e transgender vittime di violenza, ha anche la finalità di sensibilizzare la cittadinanza sul contrasto alla transfobia in tutte le sue forme. [...]

DELIBERA

di aderire, per le motivazioni in premessa indicate e che qui integralmente si richiamano, alla Giornata Internazionale in Ricordo delle Persone Transessuali e Transgender vittime di violenza del 20 novembre 2020, denominata Transgender Day of Remembrance (T-DOR).
 
 
 
 
 
NEL MONDO
I dati del  2019 ci segnalano che esistono ancora 70 stati nel mondo in cui l’omosessualità è considerata illegale. Si tratta del 36% dei Paesi riconosciuti dall’Onu, vale a dire più di un terzo del totale. E se è vero che il progresso continua, è anche vero che avanza lentamente. Rispetto al 2017, segnalano i dati ILGA, c’è stato solo un piccolo miglioramento e il numero di luoghi in cui gli atti omosessuali sono puniti dalla legge è ancora decisamente troppo alto. Così come drammaticamente alte sono le pene. In alcuni Paesi- come il Sudan, l’Iran, lo Yemen o l’Arabia Saudita  si può arrivare fino alla pena capitale.  In altri Paesi - cinque in tutto, tra cui Uganda, Zambia e Guyana - si rischia invece il carcere a vita.
Questo ci fa capire quanto sia ancora lontano il traguardo di una totale eliminazione dell'omofobia, che deve passare per forza anche dall’applicazione di forme di protezione dalle discriminazioni che persone omosessuali, bisessuali e trans possono subire in vari contesti della vita quotidiana. Anche su questo fronte la situazione globale è piuttosto diversificata. 

 
In alcuni stati - secondo il rapporto ILGA - la protezione è inserita direttamente nella costituzione. Accade, per esempio, in Sud Africa, Portogallo, Bolivia, Messico, Ecuador e Svezia. Più comuni sono misure di anti-discriminazione generiche, garantite per via di leggi ordinarie: sono previste in 53 stati e praticamente in tutti i Paesi membri dell’Unione europea. Più diffusa, presente nel 39% dei Paesi Onu a livello globale, è la specifica tutela dei diritti sul luogo di lavoro, dove le persone non devono subire discriminazioni per il loro orientamento sessuale. 
Rivolgendoci al nostro Paese,  sebbene nella mappa dell'odio e delle violenze omofobe  l'Italia risulti ancora ai primi posti, dal punto di vista legislativo solo in questi giorni, approda in Senato il Disegno di Legge Zan contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere e identità di genere, che prende il nome dal suo relatore, il deputato del Partito democratico, Alessandro Zan.
Attualmente infatti il codice penale italiano punisce solo i reati e i discorsi di odio fondati su caratteristiche come la nazionalità, l’etnia o la religione (legge Mancino del 1993), mentre sono trascorsi 27 anni di vuoto legislativo per approdare ad una legge che preveda che vengano puniti allo stesso modo i reati di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Il quadro legislativo del resto rispecchia spesso quella che è la sensibilità e la richiesta dei cittadini.
 
È per questa ragione che acquisisce importanza l'opera svolta dalle Amministrazioni cittadine che, come quella settimese, puntano a informare e sensibilizzare la cittadinanza su un tema che ancora oggi non è conosciuto e forse spaventa per la sua complessità.
 
 
Era il 1928 quando la scrittrice Wirginia Woolf pubblicava il suo indimenticabile Orlando in cui il protagonista vive per quattro secoli, risvegliandosi donna dopo essere stato uomo, e scriveva «E qui giungiamo a un altro dilemma. I sessi, è vero, sono diversi; eppure, si confondono. Non c’è essere umano che non oscilli così da un sesso all’altro, e spesso non sono che gli abiti i quali serbano l’apparenza virile o femminile, mentre il sesso profondo è l’opposto di quello superficiale».
 
Il dilemma  presentato  dalla Woolf è ancora tale nel 2020, e il dilemma è forse la principale ragione per la  quale è così difficile accetare la realtà transgender. Il dilemma  fa paura perché ci insinua il dubbio, perché annulla le nostre certezze, abbatte fondamentali paletti mentali. Allora è più facile, più comodo e tranquillizzante non affrontarlo, ignorarlo o, quel che è peggio rifiutarlo. 
E  talovolta  questo rifiuto diventa  violento, anche  molto violento.
Così è stato il 12 settembre scorso, quando a Caivano la giovane Maria Paola è rimasta uccisa per mano del suo stesso fratello che l'ha disarcionata da una motocicletta, con tutta la violenza scatenata dal suo rifiuto di saperla e vederla andare via con il fidanzato Ciro, ragazzo trans, nato biologicamente donna.
Questo è solo l'ultimo caso che ci ha presentato la cronaca, ma è un esempio che ci fa comprendere quanto sia ancora importante oggi non fare passare sotto silenzio la data del 20 novembre quale Giornata Internazionale in ricordo delle persone transessuali e transgender uccise dalla violenza transfobica e quanto sia fondamentale affrontare il dilemma, studiarlo e risolverlo in modo consapevole. 
 
Noi vogliamo farlo attraverso un percorso che proponiamo a chi  desideri  approfondire il tema.
Suggeriamo  articoli di periodici e libri,  filmati e documenti che dimostrano quanto la realtà transgender sia assai più complessa del “voler cambiare sesso” .
Troverete riferimenti a siti che vi riportano dati e statistiche, ma troverete soprattutto storie.
Storie di persone, di cittadini e cittadine uguali a chiunque altro, ma che il mondo si ostina a considerare diversi. 
Come dice bene Peter Gomez, che ha dedicato gran parte del numero di novembre della sua rivista “Millennium” a questo tema : “Diversi. Come se davvero la differenza la facesse ciò che si ha tra le gambe e non quello che c’è molto più su. Il cuore, l’anima e il cervello.”
 
A cura di Paola C. e Franca G. - Biblioteca Archimede