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Editoriale Febbraio 2018

Dalla rivista MILLENNIUM allegato del Fatto Quotidiano
AL MERCATO DELLE LEGGI
Allacciate le cinture, munitevi di farmaci contro il vomito e preparatevi al peggio. Salvo imprevisti, la prossima legislatura sarà ricordata come la più corrotta nella storia della Repubblica. Nei passati cinque anni si sono scientificamente poste le basi per rendere sistemica la compravendita di parlamentari e di formazioni politiche. Dopo aver abolito, a furor di popolo e giustamente, la legge sui finanziamenti ai partiti, le varie maggioranze che si sono succedute al governo hanno fatto di tutto per rendere ancora più oscure le origini dei fondi donati dai privati. Non è stata approvata  nessuna norma sulle lobby, si è continuato a permettere che tutti i versamenti al di sotto dei 5.000 euro restassero anonimi e per giunta si è consentito che nei documenti consultabili dai cittadini non comparissero nemmeno i nomi di chi versa importi superiori. Oggi, a differenza del passato, se un imprenditore finanzia un partito con 50mila o 100mila euro può farlo in segreto. E' sufficiente che invochi la legge sulla privacy. Restano poi misteriosi anche i contributi milionari alle decine e decine di fondazioni messe in piedi da quasi tutti i più importanti leader. Ma non basta. Perchè pure chi indaga sulle tangenti si è visto tarpare le ali. Nelle indagini per corruzione sono state proibite le intercettazioni informatiche di smartphone e computer e ovviamente è stata respinta l'idea di permettere agli agenti sotto copertura di offrire mazzette per poi arrestare in flagranza, come accade in altri paesi, chi le accetta.
In compenso è sotto gli occhi di tutti il calo di tensione che si registra nel mondo dei sedicenti cani da guardia parlamentari imputati di voto di scambio o sotto inchiesta per reati contro la Pubblica amministrazione vengono pubblicate, quando va bene, solo in poche righe.
Tutto è insomma pronto perchè nel prossimo quinquennio l'assalto alla diligenza dei soldi dei contribuenti diventi razzia permanente. Con conseguente  ulteriore peggioramento dei conti pubblici
e della già inefficiente burocrazia. La controprova è possibile trovarla con facilità estrema negli uffici della Camera e del Senato ormai trasformati in un Suk mediorentale. In assenza di norme vere che regolamentino l'attività (e l'identità) dei cosiddetti portatori di interessi, a due nostri cronisti sono bastate poche telefonate per fingersi lobbisti pro sigaretta elettronica, ottenere appuntamenti con sei diversi parlamentari e in due casi arrivare fino ai vertici dei partiti. Non appena viene ventilata la possibilità di finanziare una formazione politica, ecco che scatta l'appuntamento con il tesoriere o l'idea di inserire la norma richiesta addirittura nel programma elettorale. Il tutto ovviamente con un certo galateo.<< Farò un comunicato in favore delle vostre istanze, indipendentemente dal contributo>>, dice per esempio il questore del Senato Lucio Malan prima di telefonare, davanti ai due finti lobbisti, al cassiere d i Forza Italia Alfredo Messina.
Nella sede del partito il tesoriere fornisce poi consigli tecnici su come versare il denaro mantenendo legalmente l'anonimato e garantisce  ai cronisti che la situazione verrà rappresentata << a tutti i livelli>>.Il quadro, anche se non illecito, è desolante. E soprattutto spalanca le porte al rischio di compravendita di leggi ben peggiori. Altrimenti perchè il senatore Pd Ugo Sposetti riceve nel 2013 un contributo regolare di 37.000 euro dalla federazione dei tabaccai e pochi mesi dopo presenta e fa approvare un emendamento che tassa proprio la sigaretta elettronica da loro tanto odiata? La verità è semplice: la politica sta rendendo legali le tangenti. Ma lo fa in silenzio. Nella speranza che non se ne accorga nessuno.
Di  Peter Gomez
 
Responsabile della pagina: Renata Erle