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Il movimento aggiunge anni alla vita e vita agli anni
Tutti gli studi dicono che l’attività fisica rallenta il deterioramento del corpo e del cervello: questa associazione esercizio-salute è inscritta nei nostri geni e vele per bambini, per gli adulti e per gli anziani.
Camminare e correre possono regalare trent’anni di giovinezza in più, dice Francesco Landi, geriatra del Policlinico Gemelli di Roma. Intervistato da Agnese Pellegrini, spiega: “Dal punto di vista scientifico, un ottantenne che continua a fare esercizio e ha una corretta alimentazione ha la stessa performance di un cinquantenne sedentario”. Ma perché l’attività fisica è così importante quando si diventa adulti, ve lo siete mai chiesti? Perché rallenta il deterioramento del corpo e del cervello? I ricercatori stanno tentando di spiegare la ragione per cui questa associazione tra movimento e salute sia inscritta nei nostri geni.
Si dirà: discendiamo dai primati e, quando eravamo ominidi, correvamo per cacciare le prede. Eppure, sembra che il moto abbia ricadute maggiori sul benessere degli esseri umani rispetto a quello delle scimmie. Alcuni scienziati americani hanno proposto una teoria che hanno chiamato Ipotesi dei nonni attivi. Secondo la loro tesi (descritta in un articolo apparso sulla rivista scientifica PNAS), sono stati selezionati durante l’evoluzione i geni di quegli individui che erano abili a muoversi anche nei decenni successivi alla fine della loro età riproduttiva, e questo per essere in grado di fornire sostentamento ai discendenti.
I nonni attivi sarebbero veri pilastri della civiltà, i salvatori del genere umano, come potete leggere a pag. 42, nell’articolo di Paola Rinaldi. Resi sani e longevi dall’attività fisica, gli antenati preistorici hanno potuto occuparsi dei loro nipoti, aiutando i genitori. Un tempo i nonni sono stati gli “ammortizzatori sociali” per eccellenza di una giovane famiglia, come avviene oggi. Quando avevano un bel po' di anni sul groppone, prendevano a occuparsi dei nipoti, continuando procacciare nei boschi o in riva al mare il nutrimento per sé e per i piccoli.
Potremmo dire che l’esercizio fa così bene agli adulti perché nella preistoria c’era bisogno di nonne e nonni vigorosi e capaci di spostarsi per cacciare prede e raccogliere bacche, in modo da sostentare i discendenti. Basta guardare ai centenari del Giappone o del Cilento: uno dei segreti della loro longevità è il lavorare nei campi, andare a piedi, rivestire un ruolo nel contesto familiare e nella comunità. L’attività fisica innesca una cascata di effetti che allontanano l’obesità e che ci rafforzano. Un esempio è il golf, che secondo alcuni studi riportati da Marco Maroni a pag. 82 potrebbe allungare la vita di cinque anni.
Articolo di Eliana Liotta, Direttrice Editoriale di BenEssere