
Il 4 gennaio 1761 una nave lascia il porto di Copenaghen diretta a Costantinopoli: a bordo ci sono i membri della prima grande spedizione scientifica danese. La meta è lo Yemen, la terra che, fin dall’antichità, porta uno di quei nomi «che usiamo dare ai luoghi che conosce solo la nostra nostalgia». «Perché l’Arabia Felice è chiamata felice?» scrive nel diario il giorno della partenza Peter Forsskål, uno dei protagonisti della spedizione. Ed è questa la domanda sottintesa in tutto il libro: esiste il paese della felicità? Ricostruendo la storia del «viaggio arabo» voluto da Federico V e seguendolo tappa per tappa attraverso Costantinopoli, Alessandria, Il Cairo, il Sinai, il Mar Rosso fino allo Yemen e poi alla lunga odissea del rientro in patria, Thorkild Hansen racconta in realtà la storia di ogni esperienza umana: quel viaggio di andata e ritorno di cui parlano i miti, le fiabe, le epopee. I cinque uomini partono per scoprire e conoscere, ma in realtà proiettano in un luogo lontano la realizzazione dei propri sogni. Troveremo fatiche, gioie, conquiste, fallimenti, e la morte. Solo uno farà ritorno, dopo aver fatta sua la lezione del deserto. La felicità non è in nessun luogo: il nome di Arabia Felix è nato da un equivoco. O forse la felicità è in ogni luogo: il suo confine è quel cerchio perfetto che l’orizzonte traccia intorno a noi e di cui, ovunque ci troviamo, siamo sempre il centro.
In cerca di una tregua dagli impegni famigliari, Anna Funder si rifugia nelle pagine del suo scrittore prediletto, George Orwell. E scopre tra quelle righe una donna che era stata nascosta, cancellata, dimenticata. Eileen O’Shaughnessy, la prima moglie di Orwell, con il suo talento letterario e la sua intelligenza ne ha accompagnato, corretto, forse ispirato e plasmato l’opera; e con il suo senso pratico, il suo lavoro e il suo coraggio, lo ha sostenuto e gli ha salvato la vita più di una volta. Ma per gli storici e i biografi è sempre stata invisibile. Basandosi sulle lettere di Eileen alla migliore amica, ritrovate solo di recente, Anna Funder ricostruisce la vita coniugale degli Orwell, attraverso la Guerra civile spagnola e la Seconda guerra mondiale a Londra, con la precisione e la forza narrativa di una scrittrice avvincente e originale, che intreccia fatti e immaginazione, critica personale e documenti con un risultato straordinario. Ne emerge una figura di donna affascinante per la sua complessità, che parla al presente tanto quanto illumina il passato.


Dinah vive da sempre a Scarborough, intrappolata in una vita scialba con il marito e il figlio inconcludenti, con l’unico sfogo delle serate passate al Northern Soul, dove si perde nella musica dei suoi tempi migliori. Nel frattempo, a Chicago, Earlon “Bucky” Bronco, ex cantante, non ha ancora superato la perdita dell’amata moglie. Ormai la sua unica speranza è quella di arrivare a fine mese, in decente salute. E quando giunge un inatteso invito per esibirsi in un luogo di cui non ha mai sentito parlare, lo accetta: del resto, non ha nulla da perdere. Attraversato l’oceano, Bucky si ritrova nella piovosa Scarborough, dove, incredibilmente, tutti sembrano conoscerlo, e si prepara a suonare davanti a un pubblico per la prima volta dopo quasi cinquant’anni. Nel corso di un fine settimana, Bucky e Dinah costruiscono un ’imprevista amicizia che li mette per la prima volta davanti al proprio passato e a quanto ciascuno di loro ha perduto, sperimentando invece una solitudine e un dolore esistenziale che li hanno trattenuti dal vivere davvero.
April, una trentenne single, ha la tendenza a rifugiarsi nei libri per evitare la solitudine. I protagonisti dei romanzi, infatti, le danno sempre l’illusione di essere in ottima compagnia, a differenza sua che, lavorando da casa, non ha modo di conoscere nuove persone. E poi c’è Westley, l’affascinante libraio in carne e ossa che presiede il reparto libri usati della libreria di quartiere Leggere tra le Righe: timido ma affabile, un sorriso gentile, l’aria da intellettuale e una serie di adorabili camicie di flanella. Una sera, in uno slancio di vitalità, April decide di scrivergli una lettera anonima e di lasciargliela tra le pagine di un libro: la speranza ovviamente è quella di attirare la sua attenzione. Peccato che il biglietto, complice il destino, finisca tra le mani di Laura, vedova ormai da cinque anni e madre indaffaratissima della piccola Olivia. Laura ha rinunciato da tempo all’amore, ma quando nel libro che ha appena comprato trova il biglietto anonimo pensa che Westley l’abbia lasciato per lei; e la possibilità che un uomo così attraente le faccia la corte è una sorpresa stravolgente. Dal canto suo Westley, che non è certo il più brillante quando si tratta di donne, non si è accorto di nulla, e a distrarlo ulteriormente si sono aggiunte le riprese del nuovo film della famosa regista Donna Wolfe, che ha scelto proprio Leggere tra le Righe come location. Quando i messaggi tra April e Laura diventano una vera e propria corrispondenza amorosa, le cose si fanno complicate. Come nei migliori romanzi, arriverà il lieto fine per qualcuno di loro?


Lady Seomoon Bin ha un segreto: è nata con la capacità di vedere gli spiriti e sentirne le voci, un’abilità estremamente potente, ma altrettanto pericolosa sia per lei sia per coloro che la circondano. Ciò che Bin desidera di più al mondo è liberarsi di questo fardello e poter finalmente condurre un’esistenza normale, ma c’è un solo modo per cambiare il suo destino: diventare una byeoksa, una Cacciatrice di Spiriti, e collezionare 108 Perle, una per ogni nemico che riuscirà a uccidere. Una notte, dopo essersi intrufolata nella sontuosa residenza estiva del consigliere di Stato – armata di spada e vestita con abiti maschili, come è sua abitudine quando è a caccia -, Bin incontra Eunho, fedele braccio destro del re inviato a indagare su una sospetta cospirazione ai danni della corona, e lo salva dall’improvviso attacco di un gruppo di spiriti. Il giovane sente fin dal primo istante un’inspiegabile attrazione per il misterioso Cacciatore che l’ha aiutato, ma un vuoto nei suoi ricordi non gli permette di capire cosa sia a legarli. Per quanto Bin voglia evitarlo, le loro strade sono destinate a incrociarsi ancora e ancora… Nel frattempo, una presenza oscura sta cercando di accrescere il suo potere negli Inferi, e i confini tra il mondo fisico e l’aldilà continuano ad assottigliarsi. Di fronte a questo stravolgimento di tutti gli equilibri preesistenti, Bin ed Eunho dovranno combattere insieme contro le forze del male che minacciano il regno di Joseon e contro il destino che vorrebbe tenerli separati.
Baffi curati, giacca bianca e cravatta nera, cinquantasei anni appena compiuti, Frank Meier è il rinomato barman del Ritz di Parigi, il salotto più ricercato dall’élite culturale e politica dell’Europa della prima metà del Novecento; ma a partire dal giugno del ’40, con l’entrata dei tedeschi in città, al bancone i nuovi clienti sono gli uomini della Gestapo. Adattarsi, ora, è una questione di sopravvivenza. Ebreo di umili origini, da sempre accompagnato da un’insaziabile sete di riscatto, amante del bello e capace di diventare confidente di personalità straordinarie come Fitzgerald e Hemingway, Meier è il fuoco di questo romanzo, lo snodo intorno a cui si muove una corte variegata di personaggi, storici e non. Al Ritz, luogo incantato dove il tempo della guerra sembra essere sospeso, micromondo che diventa specchio dell’occupazione nazista di Parigi, si consuma la vicenda di uomini e donne alle prese con un nuovo potere e con il più semplice spirito di conservazione. Il destino di Meier, del suo assistente e dell’irresistibile Blanche Auzello tiene il lettore con il fiato sospeso, e l’atteggiamento del barman, sempre sul crinale tra resistenza e collaborazionismo, lo rende un eroe a metà, un essere umano ricco di sfumature e di infiniti dubbi. Dietro al bancone di legno scuro, Frank Meier deve salvare se stesso e chi ama.


Texas, 1963. La giovanissima Billy Beede vive con gli zii in un caravan, dietro la stazione di servizio che gestiscono su un’autostrada. Sua madre Willa Mae, disinibita cantante di blues, è morta senza lasciarle altro che ricordi tristi. Adesso, incinta di un uomo che non ha intenzione di sposarla, Billy è alla ricerca disperata di soldi. E dove trovarli, se non provando a recuperare i leggendari gioielli di sua madre, una collana di perle e un anello di diamanti che si dice siano sepolti insieme al corpo di Willa Mae? Accanto a Billy, in un’improbabile caccia al tesoro, scopriamo un cast di personaggi che sembrano usciti dalla versione black di un romanzo di Faulkner: lo zio Roosevelt, un ex predicatore che ha perso la chiesa e la vocazione, e la zia June, che ha perso una gamba; Dill, l’ex amante di Willa Mae, una fiera allevatrice di suini che si spaccia per uomo; Laz Jackson, il figlio dell’impresario delle pompe funebri, a cui manca qualche rotella ma non la faccia tosta di chiedere la mano di Billy. Attraverso i loro monologhi interiori e i loro dialoghi prende vita un romanzo corale e imprevedibile, che ha tutto il ritmo e la malinconica ferocia di un blues.
Napoli, 1630. All’ombra del Vesuvio, un convoglio avanza misteriosamente. Uno dei carri trasporta uno splendido dipinto, mentre il marchese Paladini, il nuovo proprietario del quadro, si compiace all’idea di essere presto a casa e poterlo contemplare in silenzio. Non sa però che Artemisia Gentileschi, pittrice talentuosa e provocatrice, appena arrivata in città, sta per trascinarlo in un vortice di colpi di scena. Un inquisitore senza scrupoli, colleghi invidiosi, catastrofi naturali e rivolte popolari. Insieme, affronteranno i mali della loro epoca e condivideranno le passioni di una vita animata dall’arte.


Una giovane donna affronta il lutto per la madre e la fine di un amore, vivendo un doppio vuoto affettivo. In un nuovo legame cerca di ricostruirsi, esplorando dolore, desiderio e identità. Un romanzo intimo sul legame madre-figlia e sull’amore come esperienza trasformativa.
Estate 1963. Mentre l’America vive gli ultimi scampoli di ottimismo e prosperità dell’era kennediana, il quindicenne Michael trascorre le vacanze con il padre e la madre nella villa di Bone Point, sulle rive dell’Atlantico. Il loro sereno ménage upper class viene però travolto dall’arrivo della signora Mertz e di sua figlia Zina, ospiti nella foresteria della casa; avvenenti e disinibite, le due donne conquistano fin dal primo istante le attenzioni del ragazzo e di suo padre Peter, scatenando le gelosie della madre e quelle di Melissa, figlia di amici di famiglia e innamorata a sua volta di Michael. In questo gioco erotico di specchi, che non risparmia nessuno – perfino Blackheart, il cane di Michael, sembra incapace di controllarsi quando è nelle vicinanze della cagnetta di Zina, Sonya, a lui sdegnosamente indifferente – il ragazzo conoscerà la prima delusione della sua adolescenza e vedrà messa a dura prova l’amicizia virile che lo lega al padre.



